sabato 22 dicembre 2012

UOMO DELL'ANNO 2012

Venti stati su ventitre conquistati dai candidati chavisti
Venezuela: il Psuv a valanga alle elezioni regionali
L’opposizione si conferma a Miranda, ma perde altre roccaforti
Venti  stati al Partido Socialista Unido de Venezuela (Psuv) e solo tre all’opposizione: chi pensava che il tumore di Hugo Chávez avrebbe lasciato il movimento bolivariano senza un leader e, di conseguenza, senza un catalizzatore di voti nelle elezioni regionali del 16 dicembre scorso, è servito. Non solo il Psuv è riuscito a mantenere le sue roccaforti, ma ha anche strappato stati chiave alla Mesa de la Unidad Democrática (Mud).


Ha rovesciato un governo servo degli USA, ha preso il potere e lo mantiene da 15 anni sempre confermato da elezioni democratiche, ha schiacciato un colpo di stato ai suoi danni, ha realizzato il socialismo del XXI secolo, ha cacciato a calci in culo le multinazionali... ora lotta contro un tumore e comunque vada a finire, i dati lo dimostrano, ciò che ha seminato continuerà a crescere.



L'UOMO DELL'ANNO E' HUGO CHAVEZ

venerdì 26 ottobre 2012

La Libia un anno dopo

Nessun telegiornale ve lo dice, ma ad un anno dall'uccisione di Gheddafi la guerra in Libia non ha finito di creare lutti. Il ragazzo che aveva fatto catturare il Rais è stato ucciso alcune settimane fa e la vendetta feroce per questo regolamento di conti si sta abbattendo sulla città di Bani Walid, fedele al vecchio regime. Però si sa, per la stabilità si sottace di tutto, figurarsi una città dimenticata in mezzo al deserto...

La storia viene scritta dai vincitori, e anche la cronaca spesso.


Missili su Bani Walid,
l'ospedale è ormai al collasso
(18 Ottobre 2012)
Senza tregua l'assedio delle milizie legate alle autorità libiche nei confronti della città che sostenne fino all'ultimo Gheddafi, e dove è stato rapito e ucciso il giovane ritenuto uno degli uccisori del dittatore. Ora la città e i suoi abitanti vengono "puniti" con il massacro indiscriminato. Nell'indifferenza e nel silenzio dei molti amici del nuovo regime
Secondo le testimonianze frammentarie che arrivano dall'ospedale di Bani Walid, ieri sono stati violenti gli attacchi alla città con mortai e missili Grad da parte di milizie di Misurata, Zintan e Suq Juma, con l'avallo dei ministeri degli interni e della difesa libici. L'ospedale ha ricevuto molti feriti. Il dottor Taha, al telefono dall'ospedale, dice: «Siamo pienissimi. Abbiamo quasi cento persone fra cui donne e bambini con ferite e ustioni da esplosione. Tre uomini devono essere amputati, altri due sono morti. Per ora abbiamo quanto serve per trattare almeno i casi più urgenti, ma il nostro ospedale è piccolo ed eravamo già in difficoltà prima per via del blocco. Abbiamo solo due camere operatorie». L'ospedale è nel centro della città, dal telefono si sentono scoppi tutto intorno: «E c'è fumo dappertutto», dice Taha. «Due case sono state centrate da un missile nel quartiere di Barakta dove vive la mia famiglia, un'altra a Zahra», racconta A. che vive all'estero in attesa di asilo e che ha sentito la famiglia. È un tentativo di attacco finale? Le "autorità" di Misurata hanno fatto appello per una massiccia operazione militare contro Bani Walid, «il cancro della Libia», riferisce Ansamed. Altrimenti i nostalgici di Gheddafi riprenderanno fiato e si propagheranno «in tutto il paese».
Le comunicazioni stradali fra la città e l'esterno sono molto difficili da due settimane. Il blocco delle forniture anche mediche (a più riprese gli assedianti avrebbero bloccato veicoli carichi di aiuti sanitari) rende difficile curare i numerosi feriti sia civili che armati, vittime degli scontri e del lancio di missili e colpi di mortaio. Nei giorni precedenti i medici riferivano i nomi di bambini morti e feriti, dicevano di persone con ustioni e ferite da operare e di carenza di materiale ortopedico. Denunciavano il probabile uso da parte degli assedianti di gas velenosi «perché abbiamo casi inspiegabili di difficoltà respiratorie e intossicazioni. Chiediamo ambulanze, ossigeno, analgesici».
La situazione ricorda su scala minore (ma nella stessa indifferenza internazionale) l'assedio a Sirte esattamente un anno fa: allora le truppe del Cnt impedirono per giorni l'ingresso in città da parte della stessa Croce Rossa internazionale (Icrc). A Tripoli l'addetta stampa dell'organizzazione interpellata al cellulare fa in tempo a dire che «sì, effettivamente oggi la situazione è molto peggiorata», poi cade la linea ed è impossibile ripristinarla. Sul sito la notizia più recente è il rapporto dell'Icrc sugli ultimi sette mesi di attività in Libia: soccorso a centri di detenzione, ricerca persone scomparse, aiuti di emergenza a migranti, forniture agli ospedali delle numerose località dove si susseguono scontri, rimozione di ordigni inesplosi. Insomma uno scorcio della nuova Libia.
La Icrc a Bani Walid è arrivata una sola volta, lo scorso 10 ottobre, all'ospedale centrale, grazie a una strada sbloccata, mentre gli scontri avvenivano soprattutto a Mardum, 40 chilometri da Bani Walid. L'ufficio stampa informava allora che «una équipe qualificata con medico e infermiere ha portato in città il materiale necessario per operare cinquanta persone, ha potuto visitare alcuni feriti dalle bombe e dagli scontri, ha parlato con i medici i quali ritengono per ora di poter far fronte alla situazione senza evacuazioni di feriti». Aggiungedo: «Anche perché pochi desiderano essere evacuati». In Libia le persone sparite e incarcerate sono all'ordine del giorno e venire da Bani Walid, ex roccaforte dei fedeli di Gheddafi, non è una buona presentazione.
La crisi a Bani Walid è cominciata quando il Congresso libico ha dato il permesso di usare la forza per arrestare alcuni abitanti, sospettati di aver ucciso Omran Shaaban, che forse aiutò a catturare Gheddafi il 20 ottobre 2011. Da Bani Walid hanno negato categoricamente sostenendo tutt'altra tesi: «Parlate con i medici ucraini che sono qui e possono testimoniare che lo abbiamo curato».
Una petizione provocatoria circolava giorni fa tra gli abitanti della città, l'anno scorso fra le ultime ad arrendersi alle forze del Cnt alleate della Nato: «Chiediamo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di riunirsi per intervenire a proteggere i civili della città». L'Italia non fa alcuna pressione sul suo alleato di Tripoli.

Marinella Correggia - Il Manifesto


lunedì 8 ottobre 2012

Spiacenti...

Sono i giorni della frustrazione per Repubblica e tutti i guardiani dello status quo nostrano, prima la dissidente cubana che non riesce a farsi arrestare, poi il trionfo di Chavez... Davvero delle giornate dure.

Le due storie sono queste:

Yoani Sancez la conoscete tutti purtroppo, è la dissidente cubana che scrive su internet dalla mattina alla sera che nel suo paese non c'è libertà di opinione. La settimana scorsa era così priva di libertà che ha attraversato il paese e si è presentata per inscenare una protesta al processo ad un politico spagnolo, Angel Carromero, colpevole reoconfesso di aver provocato un incidente stradale nel quale sono morti due dissidenti che erano in auto con lui, incidente che naturalmente è stato lungamente bollato come provocato dal regime nei nostri media democratici. Alla fine è stata arrestata, ma non è stata trattenuta neanche 24 ore ed è di nuovo lì a picchiettare sui tasti del suo computer pagatole probabilmente da dei generosi amici americani...

Hugo Chavez è il presidente ininterrotto del Venezuela dal 1999, fatta eccezione per un paio di giorni durante i quali è stato incarcerato nel corso di un tentativo di golpe nel 2002. Ieri quegli stessi cittadini che nel 2002 lo fecero liberare con delle imponenti manifestazioni di piazza, lo hanno rivotato a maggioranza assoluta del 54% (10% di voti in più del suo sfidante) con un affluenza alle urne di oltre l'80%.


Ieri, quando ho visto questo titolo, frutto di un tifo spudorato ed allo stesso tempo dell'irritazione per non poter far più nulla, ho deciso di "ritagliarlo" per darlo in pasto al mio blog quando il popolo venezuelano avrebbe deciso, nonostante tutto, nonostante loro.
ed oggi...



Riusciranno a farsene una ragione?


giovedì 27 settembre 2012

Sono i dettagli che fanno la differenza

Non è facile stare sul pezzo, sarebbe importante dire e scrivere presto e bene delle notizie di cronaca (politica nel nostro caso), ma presto e bene, come si sa, non stanno insieme! Cercherò di essere quindi presto e schematico, per alcune precisazioni sul caso dello sperpero del denaro pubblico da parte dei partiti politici.


La prima cosa da dire è che non sono tutte uguali le regioni e non sono tutti uguali i partiti: il Presidente Rossi percepisce uno stipendio di gran lunga inferiore a quello di un qualunque consigliere laziale, lomabrdo o siciliano. Il gruppo consiliare PRC/FDS del Lazio ha osteggiato i provvedimenti per l'incremento delle spese dei gruppi consiliari http://www.federazionedellasinistra.com/federazione/?p=6948, non lo hanno fatto solo i Radicali.

La proposta di tagliare le spese riducendo i consiglieri è un abominio e salva i veri piazzatori di poltrone perchè li farà uscire da questa bufera con solo qualche poltrona in meno, ma mantenendone gran parte dei privilegi. Infatti questo roboante annuncio placherà il furor di popolo e, abbinato a sbarramenti sempre più alti, farà diminuire soprattutto i consiglieri di minoranza, che sono quelli che garantiscono una vigilanza su quello che succede nelle amministrazioni pubbliche. Per fare un piccolo esempio nel mio comune noi consiglieri di minoranza siamo 5 divisi in tre gruppi e rappresentiamo più cittadini di quanti non ne rappresentino i consiglieri di maggioranza che sono 11!
Ma voi preferireste un consiglio regionale (o un parlamento) di 100 membri che risquotono 2000 euro ciascuno senza vitalizio o uno di 50 che ne risquotono 10000?! Nel primo caso avremmo più rappresentanza, più democrazia, a conti fatti meno spese e chi si candiderà non lo farà certo per i privilegi! Vergogna, il popolo non vi vuole!

sabato 22 settembre 2012

YOUTUBE OSCURATO?!

La notizia è di questi giorni: per mettere un freno alla violenza dilagante in seguito alla diffusione dello spezzone del “film” anti-islam, youtube rischia di essere oscurato in diversi paesi, tra i quali la Russia.
Per iniziare due parole sulle immagini incriminate… ma le avete viste? Se le giravo io con la telecamera da 4 soldi che ho in camera e due attori presi per strada veniva meglio. Sono convinto che se non ci fossero state le proteste e tutto il resto la fama di questo “film” non avrebbe varcato la soglia di casa di quel mentecatto del produttore. E per di più, se gli esagitati di mezzo mondo avessero visto davvero il film tornerebbero ai propri minareti scuotendo la testa come la si scuote davanti ad un pazzo che grida per strada. Ora, sgombrato il campo dalla scusa del video o delle vignette o della maglietta o di qualunque altra stupidaggine, possiamo dire che dietro la rivolta degli islamici di tutto il mondo c’è qualcos’altro… cosa? La ricchezza ostentata in faccia alla povertà, il saccheggio delle risorse di tutto il mondo da parte dell’occidente, l’immigrazione che ne deriva, il tentativo di omologare le culture… la globalizzazione.
Non possiamo pretendere che ci sia pace tra Israele e Palestina se da una parte di un muro muoiono di fame e dall’altra vivono nell’opulenza, come non si può gridare allo scandalo quando un tecnico della multinazionale di turno che inquina e depreda le risorse di un paese del terzo mondo viene rapito. E così, entrando nelle nostre città, non ci può essere integrazione in un quartiere dove nell’arco di un decennio la cultura indigena è sfrattata.



Le razze, le culture, le religioni si sono formate nell’arco di secoli e millenni, sono state plasmate da centinaia e migliaia di chilometri di terra e mare. Quale attacco di onnipotenza ci ha fatto pensare che voli low-cost e una rete internet potessero spazzare via tutto?

I cittadini di Trento parlano solo Italiano, quelli di Bolzano un po’ Italiano un po’ Tedesco, quelli di Innsbruck solo Tedesco. Se arriva un uragano possono passarsi la voce anche senza sapere tutti l’inglese… ma se si creano le condizioni perché si odino, anche se parlano tutti la stessa lingua, si nasconderanno il pericolo l’un l’altro.

lunedì 20 agosto 2012

Se fosse successo a...

Prima di partire per le meritate vacanze vi propongo un giochino semplice: se fosse successo a...

Partiamo dal tragico: nel reprimere le proteste dei minatori della miniera della multinazionale inglese Lonmin, in Sudafrica, la polizia ha sparato con armi automatiche ad altezza d'uomo sulla folla "armata" di bastoni, 34 morti. Il tutto sotto gli occhi delle telecamere. Gli sfacciati, che nella maggior parte dei casi vivevano in baracche a fianco della miniera nella quale lavorano, in questo periodo di crisi chiedevano addirittura un aumento salariale.


Se fosse successo a Cuba cosa avrebbero detto i nostri media liberi?
Se fosse successo in Siria quanti bombardieri Nato starebbero scaldando i motori?


A Mosca, un gruppo di ragazze più avvezze a squallidi spettacoli porno che a proteste politiche, si sono introdotte incappucciate e seminude in una Chiesa Ortodossa inscenando "per protesta" uno spettacolo osceno. Le eroine della figa ribelle sono legate a femen, un collettivo filooccidentale ucraino che protesta non si sa bene per cosa, ma sono bone e nude e tanto basta. Quest'ultime per solidarietà con le sorelle russe incarcerate hanno pensato bene di segare una croce. Ed io che pensavo che le rivoluzioni si facessero con le idee...


Se fosse successo in San Pietro non sarebbero finite in galera (dopo un processo di un paio di decenni)?
Se fosse successo in America i poliziotti avrebbero sparato prima o dopo la soglia della chiesa?


Buone vacanze...

venerdì 3 agosto 2012

Ricomprata

La vicenda ILVA, che occupa le prime pagine dei giornali di questi giorni, è così emblematica delle contraddizioni del nostro mondo che non posso non parlarne.


È un’industria pesante quella dell’acciaio, soprattutto per l’ambiente che inquina; ma anche per i lavoratori che sacrifica quando lavorano e affama quando vengono licenziati. E per lo stato, che per rimediare a tutto questo esborsa milioni di Euro.


E così, dopo che si è tentato e si sta tentando di forzare ogni legge per non far scoppiare le contraddizioni clamorose tra ambiente e “benessere” che la nostra società ha nel suo DNA e per non far mandare a casa 11.000 operai, lo Stato ha stanziato 336 mln di Euro per la bonifica ambientale. Non so e non mi interessa sapere chi la legge individuerà come responsabile del danno ed incaricato, quindi, di questa bonifica. Moralmente l’ILVA, privatizzata a fine anni 80, ce la siamo ricomprata.

mercoledì 11 luglio 2012

Camminare a piedi nudi

Se Monti può dire che parlare di macelleria sociale fa salire lo spead (così alto ci farà un po’ d’ombra almeno?), se un membro del governo (anzi, una fava del governo) può dire che una settimana di lavoro in più e una di ferie in meno farà ripartire l’economia (dove va? Si leva dai coglioni finalmente?), è proprio il caso di dire che in quest’estate 2012 ognuno può dire quello che vuole senza paura di passare da bischero. Adesso potrei quindi mettermi a discettere del sistema economico, potrei scrivere Grillinamente un tomo di scontate critiche ai partiti, alle caste, a quello, a quell’altro, a tutti… ma non lo farò.
Oggi io voglio dire solo quant’è bello camminare a piedi nudi. E’ bellissimo sentire la terra sotto i piedi, i sassi caldi, apprezzare l’erba fresca nonostante il sole… odiare, come meritano, il nero e bollente asfalto ed il monotono cemento. Camminare senza ciabatte o senza scarpe e calzini fa male solo le prime volte, poi ti ci abitui, e ti fa stare attento a dove metti i piedi . Infine dice che fa bene anche alla circolazione, ma io ad essere sincero ci credo poco…
Camminare a piedi nudi fa sentire parte dell’ambiente e fa bene all’umore.

domenica 24 giugno 2012

Un mondo di taggati

Un uomo naufraga su un’isola deserta con Claudia Schiffer, come da copione dopo un po’ di giorni riesce a far fruttare la situazione favorevole e lei si lascia sedurre. L'uomo è felice della fortuna che gli è capitata, ma incredibilmente gli manca qualcosa… e chiede alla modella di far finta di essere il suo amico Mario per un po’. Inizialmente lei non ne vuol sapere di recitare in questa farsa, ma vista l’insistenza dell’uomo lo asseconda e si mette a parlare come Mario: - Ehi Carlo come te la passi? Sono il tuo amico Mario! - Bene Mario, benone, sono qui su un’isola deserta e sapessi… mi sono fatto la Schiffer!

Come il protagonista di questa barzelletta, che era soddisfatto solo in parte di essersi fatto la Shiffer  se non poteva dirlo a nessuno, così per la  maggior parte delle persone non è tanto appagante il fare, quanto il raccontare di aver fatto.
Anzi, visto che oggi non siam più capaci di raccontare e la maggior parte del nostro tempo anziché a fare lo passiamo a far finta di fare (sul computer) o a vedere gli altri fare (in TV), per essere precisi ci sarebbe da dire che quello che era il raccontare di Carlo a Mario, oggi è soprattutto una foto o un video di qualcosa che abbiamo visto.
Con i cellulari che fanno foto e vanno su internet, poi, ogni istante della vita per essere vissuto in pieno deve essere ripreso e possibilmente messo su Facebook al volo. Ai concerti per esempio… quant’è odioso doversi fare spazio per vedere qualcosa tra mille telefonini al cielo?!


Siamo proprio sicuri che la tecnologia ci abbia migliorato la vita?

mercoledì 6 giugno 2012

Toremar


Il mio amore per le navi, è nato quando ero piccolo ed andavo al mare all’Elba con i miei. Le fotografavo in tutte le posizioni, le guardavo col binocolo, ne collezionavo i cataloghi e ne sapevo a memoria ogni caratteristica tecnica. Ricordo che quando è affondata la Moby Prince il mio babbo è venuto a svegliarmi prima del solito per dirmi che un traghetto era affondato durante la notte. Ancora oggi quando salgo su una nave passo ore sul ponte a guardarla solcare le acque.
Forse segno precoce del mio attaccamento al “pubblico”, la mia compagnia preferita è sempre stata la Toremar: la Planasia (la nave che porta a Rio Marina, quella in assoluto sulla quale sono salito di più) campeggia da anni in una foto nella mia vecchia camera dai miei, la Liburna (protagonista dei miei agrodolci viaggi a Capraia) come modellino col nome scritto a pennarello ed un po’ cancellato da un dito, è uno dei pochi soprammobili della mia nuova camera.
Negli ultimi anni però la mia Toremar sta scomparendo: Neanche l’esempio della regione Sardegna, che nel 2011 ha dovuto metter su in fretta e furia una flotta Saremar verso il continente per arginare i prezzi del cartello dei privati, ha fermato la moda delle privatizzazioni; e così  dopo la crisi di Tirrenia, Toremar è finita alla regione Toscana, che anziché gestirla nell’interesse pubblico l’ha venduta a Moby, creando di fatto un bel monopolio privato nei trasporti verso le isole toscane. Il colpo di grazia alla mia memoria però è il nuovo orribile logo, con quel colore finto ed accecante, che una nave alla volta sta prendendo il posto del caro e vecchio blu Toremar. Se la nostalgia ha una casa, questa è su un’isola, e per andarci si sale su una delle mie navi.

domenica 13 maggio 2012

Pugni chiusi, mente aperta

La ragazza salita sulla metro ad una fermata intermedia ha jeans attillati e vestito leggero vista la giornata praticamente estiva, lo sguardo un po’ annoiato si fa quasi sdegnato quando il caos le piomba addosso inatteso: oggi è sabato, ma c’è stata una manifestazione di comunisti dalle parti del Colosseo e sono tutti su questa metro proprio adesso. Tanti vengono da fuori e come si “vive” in metro non lo sanno, subito alla partenza qualcuno le da una leggera spinta ed i suoi occhiali D&G appoggiati sulla testa per poco non cadono. Un gesto di stizza ed un lamento irrompono nella carrozza di manifestanti sorridenti per la fiducia ritrovata dopo manifestazione riuscita, “me state a schiaccià!”. Due signore dall’accento emiliano e dal fazzoletto rosso al collo interrompono i loro discorsi e guardano verso la ragazza che adesso è protetta dal fidanzato che era salito prima di lei, io e Mauro siamo stanchi ed abbiamo perso gli altri, non parliamo, canticchiamo soltanto la melodia che dalla carrozza vicina un vecchio ha innescato con una specie di flauto: “compagni avanti il gran partito, noi siamo dei lavoratori…”.
Dopo un paio di fermate si liberano due posti a sedere ed una delle signore emiliane fa cenno alla ragazza romana di sedersi, la ragazza rifiuta con un no che sta a metà tra il no grazie e il no stronza, ma la donna come se nulla fosse si siede in uno dei due posti ed dopo averla afferrata per un braccio la guida verso il sedile rimasto vuoto. Lo sguardo della giovane si fa sorpreso e irritato, cerca gli occhi del fidanzato per avere un conforto e trovatigli fa una smorfia di incomprensione.
Io mi giro, nella carrozza accanto la canzone ha acquistato forza e giovani e vecchi la cantano a squarciagola “su compagni l’ideale nostro al fine sarà l’Internazionale futura umanita!” mi unisco a loro per quest’ultimo verso e perdo di vista il resto.
Quando mi rivolgo di nuovo alla mia carrozza le donne hanno tirato dentro alla loro discussione anche la ragazza che non si è potuta opporre, la sessantenne emiliana per metterla a suo agio le dice di come si sente soffocata sottoterra e nel treno senza finestrini, la ragazza sorride e anch’io, pensavo la stessa cosa.
Anagnina, è il capolinea, tutti scendono. La giovane inforca gli occhiali e se ne va salutando le donne, noi pure, dobbiamo ancora camminare un bel po’ prima di arrivare agli autobus, la giornata delle bandiere rosse è stata una giornata dura.


venerdì 4 maggio 2012

In un mondo che...

In un mondo nel quale comprare un iphone ad un bambino di 10 anni è tollerato e dargli un ceffone per insegnargli l'educazione no...



Rispetto per Delio Rossi!

mercoledì 25 aprile 2012

Tra Restistenza e Lavoro

In un’assemblea di lavoratrici e lavoratori dell’outlet di Barberino di qualche giorno fa mi ha colpito molto la frase di un ragazzo: abbiamo bisogno di qualcuno che ci difende, che difende i nostri diritti.
A niente è valso l’impegno della sindacalista che aveva convocato l’assemblea e del Sindaco, che rubandomi le parole di bocca ha detto che nessuno può, meglio di loro stessi, difenderli: la maggior parte di loro probabilmente è uscita da quell’assemblea chiedendosi se, tra il Sindaco e la sindacalista, qualcuno riuscirà prima o poi a far valere le loro ragioni. Non esiste nessun sindacato che potrà far valere i nostri diritti se non saremo noi a reclamare ciò che ci spetta con la schiena dritta, come non esiste nessun ex partigiano che potrà difendere la nostra libertà se non saremo noi a stare in guardia.
La delega è una brutta bestia, peggio della delega c’è solo l’indifferenza.
Partecipare è vivere. Viva il 25 aprile! Viva il 1° maggio!


giovedì 19 aprile 2012

La France...

La natura...

Le Francesi...

La fatica...

I ristoranti...

Le piccole cose...
 

domenica 25 marzo 2012

Buco nell'asfalto

Un anno fa esatto ero in Irlanda, l’isola verde. Ma una delle cose che più mi ha colpito e che mi ricorderò oltre al verde è la quantità di fiori che lì spuntano ovunque.
Parafrasando un luogo comune che stereotipa le nostre usanze, diciamo che se noi prima di comprare la terra compriamo la rete (metallica) per recintarla, gli irlandesi prima di comprare la terra comprano i fiori (Narcisi) per metterci sopra.
La mia casa di via Marconi non è piccola, ma non ha spazi esterni sui quali vendicarmi dell’usanza italiota di asfaltare, recintare e incementare ogni cosa, così ho deciso un’azione che nella mia testa sta a metà tra l’esproprio proletario e la demolizione di un ecomostro. In realtà non ho fatto niente di grandioso, ma si sa, sono le piccole cose che ci rendono felici; e così, quando torno a casa ogni giorno e vedo la mia edera che si arrampica sul muro ed i miei Narcisi che spuntano dal buco che con grande fatica (e vesciche) ho fatto nell’asfalto, sono felice.


domenica 26 febbraio 2012

SARA' DURA


Apro la pagina di Repubblica on line, è un po’lenta… ah, ecco perché, la cornice pubblicitaria appare per prima, è animata e colorata, rallenta il mio computer vecchierello. Arrivano le notizie: “Caso Mills, scatta la prescrizione” vabé che mi aspettavo, sulla destra un collegamento a dei video divertenti “perdenti e scoiattoli”; scendo. Ici sulle scuole della Chiesa, Milan Juve 1-1, pubblicità sul fianco sinistro, scendo ancora; cazzo si è piantato… cos’è? Ah, un pop-up, di solito mi si bloccano, ma quelli di Repubblica forse hanno la chiave, pubblicità a tutto schermo, per mandarla via devi sapere come fare, altrimenti ci clicchi sopra di sicuro e puoi salutare il computer per un paio di minuti. Non mi arrendo, scendo ancora, bliz del fisco, come fare un account di facebook con Repubblica, Eboli coppia aggredita, sulla destra una cornice: il notiziometro, i temi caldi su facebook, sulla sinistra economia e finanza con grafico discendente, poi ancora: agguato mortale, dichiarazioni di Monti, Bersani da Fazio, Napolitano ritrova una lettera del ’45 (nel frattempo sulla destra i temi caldi su facebook impazzano con, da Bucarest, la lettera d’amore più lunga del mondo, scritta evidentemente da una figa bionda che nella foto sfoggia una penna in mano). Non finisce mai… Kamikaze in Nigeria, istruzioni per comprare l’applicazione di Repubblica sul telefonino, Oscar 2012 in collaborazione con Bulgari, raduno internazionale di neofascisti a Roma, riquadro Economia e Finanza con 3 articoli, riquadro Rsera con 2, riquadro Repubblica TV con video cult, due americani uccisi a Kabul, settanta vittime in Siria, i due Marò, Mandela ricoverato (ho smesso da un pezzo di elencare le pubblicità ed i collegamenti sui lati).
Ecco una minuscola foto che a prima vista sembra provenire dal Carnevale di Viareggio: NoTav decine di migliaia in corteo.
Mi ricordo il compagno che ieri sosteneva che non avrebbero potuto far finta di niente questa volta, di fronte a così tanta gente; mi ricordo Landini, che dal palco di Susa si augurava che i giornali come Repubblica ed il Corriere avrebbero dato voce a chi manifesta pacificamente il proprio dissenso.
Vorrei avergli urlato che alla prossima manifestazione dobbiamo portare un gruppetto di escort e farle spogliare sul palco, oppure mettere a ferro e fuoco il cantiere, in questa democrazia solo così ci ascolteranno.

sabato 18 febbraio 2012

Le Irregolari

Le Irregolari sono le madri e le nonne di Plaza de Mayo, le madri e le nonne delle vittime della guerra sporca argentina con la quale la dittatura militare ha tenuto a bada il dissenso alla fine degli anni 70. In questo libro Massimo Carlotto viaggia per il sud America scoprendo la parte argentina della sua famiglia, facendoci conoscere attraverso i sogni e la rabbia delle persone che incontra, la storia dei Desaparecidos argentini e non solo.
Passando dalla tragedia delle sparizioni politiche alla triste sorte degli ultimi guerriglieri Tupac Amaru peruviani, uccisi durante l’assalto all’ambasciata Giapponese a Lima, Carlotto ripercorre la storia finita male di una generazione, la sua, che aveva un sogno di giustizia per il Sudamerica.
Forse per il tratto romantico, forse per l’ambientazione sudamericana, mi ha ricordato Sepulveda; incredibilmente vero, triste e addirittura commuovente sul finire, un bel libro.

sabato 11 febbraio 2012

Viva le stagioni


L’ispirazione per questo primo pezzo “serio” sul nuovo blog me l’ha data Paolo Rumiz, che già avevo seguito nei racconti per Repubblica dei suoi viaggi in Russia, qualche anno fa e soprattutto nei luoghi dimenticati d’Italia, l’estate scorsa. Rumiz era in collegamento da Trieste con un programma che parlava del gelo di queste settimane, nel quale mi sono imbattuto qualche sera fa, in un giro di canali prima di andare a dormire. Diceva che gli italiani si sono dimenticati di abitare in un paese di montagne, di prepararsi all’inverno… ed è proprio vero. La nostra vita fatta di uffici caldi d’inverno e freddi d’estate ci ha fatto dimenticare che, per fortuna, non tutto può essere gestito dalla nostra, quella sì fredda, ragione. Mi sono reso conto che questo piegarsi dell’uomo ai ritmi della natura mi ha messo di buon umore ancora una volta, come quando un anno fa un vulcano islandese ha deciso che non si sarebbe più volato sui cieli d’Europa.
Se l’uomo potesse essere padrone di tutte le dinamiche del mondo la nostra vita sarebbe triste e monotona; l’essere più umili di fronte alla natura, invece, ci renderebbe tutti più spensierati.

mercoledì 1 febbraio 2012

MARCONDIRONDIRONDELLO

Giovedì sera ore 21,00 a Girotondo (Tele Iride) si parlerà di Barberino, ci sarò anch'io!!

domenica 29 gennaio 2012

Presentazioni

Quando ho aperto il mio primo blog su Splinder, quasi tre anni fa, ho intitolato il primo post "Presentazioni", ancora oggi credo che sia il modo giusto di partire.
Sono Enrico, in un momento di ispirazione ho messo sul mio profilo che scrivo perchè non mi basta parlare alle persone che incontro giorno dopo giorno e perchè non riesco a dire (aggiungo, a dire bene) tutto quello che vorrei con la voce. In queste pagine scriverò quello di cui ho voglia di parlare, spesso sarà politica, ambiente, società, libri, luoghi; raramente parlerò di me perchè lo trovo un po' patetico e quando lo farò sarà in modo indiretto o velato. Insomma, cercherò di essere quello che sono tutti i giorni.